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Proletariato, arte e alcolismo nella società vittoriana: il caso di Ford Madox Brown

È all’incirca il 1854, e una schiera di persone affollano Heat street, negli Hampstead, a Londra. Un gruppo di muratori stanno scavando al centro della strada. Sulla destra del quadro, il quartiere è movimentato dai suoi abitanti e alcune persone dormono per strada. Sopra la strada, a guardare i muratori, due gentlemen con le fattezze di Thomas Carlyle e di John Frederick Denison osservano la scena dalla loro privilegiata posizione di intellettuali, uno come critico socialista e l’altro come teologo. In primo piano, anche i cagnolini sembrano rappresentare diversi strati della società: quello piccolo che dorme, quello che lavora, e quello col cappotto. Ci sono anche dei bambini: una ragazzina, la più grande, porta in braccio un neonato mentre tiene per i capelli un altro fratello. Sono alcuni tra gli orfani che si potevano facilmente trovare nelle strade di Londra. I genitori erano morti a causa del colera e dell’alcool. A sinistra, sullo sfondo, un uomo e una donna a cavallo sfoggiano la loro eleganza alto borghese. Dopo di loro, alcuni personaggi scendono dalla scalinata: una ragazza che fa volantinaggio per la sua Chiesa, una raffinata donna dall’abbigliamento alla moda e un povero venditore di fiori, scalzo.


La cultura vittoriana dell’Inghilterra ottocentesca portò nuove idee in Europa per quanto riguarda il legame tra arte e società. Al lavoro manuale, che per diversi secoli era stato denigrato rispetto al lavoro intellettuale, gli viene accostato un nuovo valore legato all’idea protestante del lavoro come mezzo terreno per la salvezza eterna. Lo scrittore e filosofo Thomas Carlyle fu uno degli intellettuali del tempo a criticare la società industriale e ad affrontare la tematica del lavoro come valore morale dell’essere umano, che dovrebbe:

«Lavorare secondo quanto gli ordinò la natura: non è questa una specie di virtù, anzi la virtù in senso assoluto?» Past and Present, 1843


Due anni dopo l’uscita di Past and Present, che portò al successo internazionale delle idee di Carlyle, il pittore inglese Ford Madox Brown si trovava a Roma per un soggiorno di studio. Lì conobbe la pittura dei Nazareni, un gruppo di pittori tedeschi che si erano ritrovati nella città eterna per elaborare una pittura di forte influenza quattrocentesca. Lo stile pulito, dalla linea marcata, che derivava direttamente dall’arte di Raffaello, ebbe una forte influenza su Ford Madox Brown (1821-1893). Tornato in Inghilterra, fu lui a ispirare il gruppo dei Preraffaelliti, che ripresero quello stile trattando tematiche letterarie o della vita borghese. Se la confraternita dei Preraffaeliti dipinse molte scene mitologiche e fantastiche, Ford Madox Brown, che non fece mai parte del gruppo, in Work rappresentò tutte le classi sociali descritte da Thomas Carlyle in Past and Present.


L’interesse per lo stile da parte di Ford Madox Brown non lo distrasse dall’impostare il quadro Work sulla base di un solidissimo pensiero sociologico e ideologico. Impiegò tredici anni per portarlo a termine, lavorandoci all’incirca dal 1852 al 1865. Il fatto di aver lavorato per così tanto tempo al quadro, purtroppo, ebbe delle conseguenze sulla sua fortuna critica. Infatti, alcuni dei riferimenti che fece nella sua composizione sfumarono con il passare degli anni. Anche per questo motivo il pittore ci ha lasciato cinque pagine di commento alla sua opera, che ha permesso di capire molto meglio la simbologia impiegata e le scelte compositive.



Il quadro è un olio su tela di grandi dimensioni: 134,5 centimetri per 195,8. È ambientato in una strada dell’Hampstead, che per allusione, in una delle locandine che appaiono sul muro a sinistra, viene chiamato “Flamstead”. Il quadro fu commissionato da Thomas Plint, un agente di borsa e importante collezionista del gruppo Preraffaelita, che morì prima della conclusione della tela. In quanto committente, però, ebbe la possibilità di fare delle richieste precise all’autore. Per esempio, pretese la presenza nel quadro di una persona che distribuisse dei trattati evangelici, e Brown inserì sulla sinistra una giovane donna vestita pudicamente, con una cuffia blu e viola, che tiene in mano un plico di volantini e ne lascia volare uno verso i muratori al centro del quadro. Il volantino è fluttuante, e probabilmente finirà nell’acqua. Il testo è il titolo di un pamphlet religioso dal titolo The Hodman’s Haven or Drink for Thirsty Soul (“Il rifugio del manovale o Bevande per anime assetate”) che vuole toccare lo spinoso argomento dell’alcolismo tra i lavoratori. Ford Madox Brown rappresentò questa scena con ironia, facendo cadere il volantino, che non verrà mai letto. Nel suo commento descriverà poi questo pamphlet come un trattato “disprezzato” perché chi promulgava un’azione sociale contro l’alcolismo non prendeva in considerazione le motivazioni reali dell’imperversare di questa dipendenza nella popolazione inglese. Non aveva senso dire al muratore di non bere la birra, se costava molto meno dell’acqua.


Per l’autore del dipinto la problematica più urgente da denunciare all’epoca era la mancanza di acqua potabile per la popolazione inglese. Anche per i bambini, la birra era più accessibile che l’acqua fresca. Ancora oggi, nel 2020, esistono paesi nel mondo dove più di 100 milioni di persone non riescono ad accedere a fonti di acqua pulite. A metà dell’Ottocento, questa situazione era normale anche in Europa, e la conseguenza più preoccupante, all’epoca come oggi, era il propagarsi del colera. Fu proprio nell’Ottocento che il virus del colera arrivò in Europa dal lontano delta del Gange, e da allora sono esplose ben sei pandemie, l’ultima solo nel 1961 nel Sud-est asiatico, per arrivare all’America del Sud nel 1991. All’epoca di Ford Madox Brown, si stava iniziando a comprendere quale fosse la causa di questa malattia altamente mortale, e la causa stava nell’acqua sporca.

Le idee del socialista cristiano Charles Kingsley propugnavano invece le idee condivise da Ford Madox Brown, per esempio nell’articolo “The Power of Soap and Water”, a proposito del legame tra pulizia, accesso all’acqua potabile a temperanza, la virtù per eccellenza del protestantesimo vittoriano. Il lavoratore inglese medio che non riusciva ad accedere all’acqua venne chiamato The Great Unwashed. Brown prese estremamente a cuore la causa, e si contano almeno quattro sue opere in cui l’elemento centrale è l’acqua, simbolicamente correlata alla purezza. In Work l’artista scelse di rappresentare una scena di attualità, quella della costruzione della rete fognaria del suo quartiere, gli Hampstead. L’intervento urbano era messo in atto dalla New River Company, e il serbatoio realizzato nel 1856 è tuttora esistente. In una lettera a The Times del 26 agosto 1854, un abitante degli Hampstead denuncia la difficoltà di seguire le direttive sanitarie del Board of Health’s, promulgate per prevenire l’espansione del colera. L’autore della lettera si lamenta dell’azienda che si occupava delle acque del suo quartiere, la Hampstead Water Company, che non solo non garantiva l’accesso costante alle fonti, ma era rinomata per l’impurità della sua acqua. Come si potevano seguire le direttive sanitarie, se non si garantiva l’approvvigionamento dell’acqua?


Nella cultura ottocentesca vittoriana, e poi nel resto d’Europa, il lavoro divenne un valore sempre più portante della società, risultato della fusione tra l’idea di lavoro in chiave protestante e di quella più generica del nuovo ceto borghese. Le opere d’arte di questo periodo prendono sempre di più in considerazione i diversi strati della società industriale, rendendoli parte dei loro soggetti. In Francia, fu Courbet a rappresentare le diverse classi sociali francesi nell’Atelier del pittore. In Italia, paese ancora lontano dall’attività industriale del nord Europa, Giovanni Fattori rappresentava i militari e la classe contadina. Lo storico dell’arte Timothy J. Clark fa notare come l’arte della seconda metà dell’Ottocento sia intrisa di attualità politica, in particolare quella socialista. Nel caso di Brown, è il socialismo cristiano a rendersi evidente nelle scelte del soggetto e della simbologia dell’autore. Lo stile di Brown ha come risultato estetico un misto tra il realismo e l’idealismo socialista: in una scena di genere quotidiana il pittore non lascia nessun particolare al caso. Tutti i fiori rappresentati nel dipinto hanno un significato simbolico che richiama i valori della temperanza o le conseguenze del vizio. Ogni volantino, ogni merletto, ogni gesto ha un significato religioso quanto politico. Dietro ai muratori, sulla destra del quadro, si avvicina un ragazzo dai capelli rossi, rappresentante della classe degli immigrati Irlandesi. Nella mano, tiene una mela, che non è altro che il frutto proibito, simbolo della tentazione. Una tentazione per l’alcool che più che da un vizio derivava dalla necessità.

Bibliografia


Gerard Curtis, Ford Madox Brown’s Work : An Iconographic Analysis, The Art Bulletin, Vol. 74, N. 4, Dicembre 1992, p. 623-636


Bora, Fiaccadori, Negri, Nova, I luoghi dell’arte vol. 5. Dall’età neoclassica all’impressionismo, Electa – Mondadori, Roma, 2003


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