Raytrayen Beakovic Lauria
La rappresentazione dell’ape nella storia dell’arte
Un simbolo prezioso: dalla rappresentazione di potere alla battaglia ecologica.
L’apis mellifera, comunemente chiamata ape, è tra gli insetti più preziosi, intelligenti ed indispensabili che popolano il pianeta Terra. Queste vivono in un alveare che è considerato, dagli studiosi, come un superorganismo, “un insieme di singoli individui che insieme posseggono l’organizzazione funzionale che è implicita nella definizione formale di organismo”.
Si amministrano con una società operaia autorganizzata, dividendosi in gruppi ognuno con una specifica mansione e regalano all’essere umano un nettare divino: il miele. Da sempre le persone hanno avuto uno scambio con questi magnifici insetti perciò sono state investite di significati potentissimi.
La presenza delle api nell’arte figurativa risale ai tempi della preistoria; in ogni parte del mondo è documentata dalle diverse incisioni rupestri rinvenute in luoghi come Zimbabwe, India, Egitto. La più antica in assoluto è stata rinvenuta nella grotta Cueva de la Arna, a Valencia, in Spagna e risale al 7000 a.C circa. La raffigurazione ritrae una persona, forse una donna, sospesa con delle liane, intenta a raccogliere in una bisaccia alcuni favi di miele da un anfratto di una roccia; più in basso si può notare una seconda figura, forse un adolescente, che regge un altro contenitore idoneo alla raccolta. Le incisioni di questo periodo testimoniano tutte un'interazione tra l’essere umano e gli insetti, sempre e comunque come collaboratori della società.
È in Egitto, qualche secolo dopo, che le api vengono investite di un significato più intrinseco: se da una parte le scene rappresentate rimanevano le stesse dell’arte preistorica, ovvero i momenti dell'apicoltura, legati quindi prima al sostentamento e ora all’economia; dall’altra si iniziò a riconoscere l’importanza politica legata agli insetti. In questo periodo si trovano infatti dei geroglifici di vegetali, raffiguranti il giunco, accostati a quelli di api, che si riferiscono rispettivamente al re dell’Alto e Basso Egitto, ovvero il Faraone che regnava su entrambe le regioni. Nello specifico, molte volte ricorreva l’esaltazione dell’ape regina dell'alveare, colei che è a capo di una società laboriosa, in quanto rappresentazione di potere.

Nell’antica Grecia, oltre alla continua diffusa raffigurazione dell’apicoltura nelle monete, le rappresentazioni specifiche di questi insetti aumentano ancora più il significato simbolico. I soggetti decoravano i lekythoi, vasi che originariamente erano destinati a contenere olio e profumi e che in seguito vennero adibiti ad uso funerario e quindi sacro. Ma non solo, le api, proprio per la loro carica simbolica, erano usati anche come soggetti per gioielli regali.
Tra i diversi ritrovamenti, quello di maggior spicco è il Pendaglio di Mallia, risalente al 1700 a.C, rinvenuto nella necropoli di Chrysolakkos nel 1921 dalla scuola Archeologica Francese e conservato oggi presso il Museo archeologico di Heraklion a Creta; è uno dei gioielli più importanti e più curiosi di quell’epoca e rappresentante quel soggetto.Nella sua estetica racchiude tutta la raffinatezza della società matrilineare della civiltà cretese minoica; realizzato con la tecnica greca della granulazione, il piccolissimo ma dettagliatissimo bijoux riporta due api che depositano una goccia di miele nel favo, il disco granulato centrale.
Questo, costituito da nove cerchi concentrici rappresentava simbolicamente il periodo regale che corrispondeva allo stesso numero. La parte alta e quella bassa del ciondolo dovrebbero rappresentare la struttura luni-solare del tempo entro cui il centro del potere esercitava le sue responsabilità. La piccola sfera posta in cima la testa dei due insetti sarebbe il sole, mentre i tre cerchi appesi alle ali e al corpo farebbero riferimento alla luna. Indicando rispettivamente I tre periodi lunari: luna crescente (a sinistra), luna piena (centro) e luna calante (a destra) mentre I ventinove granellini intorno rappresenterebbero i giorni del mese lunare. Il prezioso monile, che veniva indossato dal sovrano, traduce visivamente il ritmo e la raffinatezza del potere cretese.
Con la stessa tecnica fu creato il Disco greco o la fibula in oro Api Etrusche che raffigura quattro api raggruppate intorno al fiore.
In epoca moderna le api continuano ad essere tra i soggetti prediletti anche per immagini legate alle divinità pagane, come il disegno di Albrecht Dürer del 1514 che raffigura un piccolo cupido che scappa da uno sciame di api, O la Fontana delle api del Bernini a Roma risalente al 1644.
Anche le raffigurazioni religiose si appropriano delle api e del loro nettare come raffigurazione simbolica. Tra i diversi Santi che sono stati accoppiati nei secoli alla raffigurazione dell’ape e dell’apicoltura, quello di maggior rilievo è indubbiamente Sant’Ambrogio, definito “dolce come il miele” e accompagnato da un alveare o da uno spargimiele. Gli attributi relativi al miele richiamano la dolcezza nutriente dei suoi scritti e del suo parlare, insieme alla dolcezza paterna del suo affetto di pastore. La tela più importante è quella conservata al Museo d’arte antica del Castello Sforzesco a Milano di Paolo Camillo Landriani, detto Duchino. Il dipinto in questione è la Nascita di Sant’Ambrogio e il Miracolo delle Api (1600-1605), ovvero l’episodio avvenuto alla nascita del santo, quando uno sciame d’api coprì il volto del bambino, entrando e uscendo dalla bocca senza però recare alcun danno. Probabilmente da questo racconto biblico derivò poi l’attribuzione del suo “dolce parlare”.
Nel contemporaneo, invece, l’ape si è dissociata dal significato simbolico di cui è stata investita in antichità. La sua rappresentazione è inserita principalmente in opere dedicate alla lotta, riguardanti la protezione e valorizzazione dell’insetto, data la sua importanza nell’ecosistema terrestre. Delle api si parla oggi attraverso forme d’arte di ogni tipo, quali performance, land art, street art; fino ad arrivare a opere create con la vera e propria collaborazione delle api. Traducendo il risultato in opere di bee art, avviando un processo di avvicinamento tra l’artista e l’insetto, per celebrare, valorizzare e divulgare l’importanza di uno degli insetti più indispensabili per la biodiversità e l’ecologia terrestre.
Le api quindi sono sempre state presenti nella storia dell’arte, da essere testimonianza di vita quotidiana, a quella economica; dalla decorazione alla rappresentazione del potere. Fino a diventare vere e proprie protagoniste delle opere d’arte per la loro salvaguardia.