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Immagine del redattoreAltremuse Altremuse

Illustrators da tenere d’occhio


La storia dell’arte è stata per molto tempo la storia delle immagini. Poi, le due storie si sono elegantemente salutate: baci sulle guance e arrivederci. L’arte ha capito che poteva esistere anche solo nel pensiero, o nel progetto, e ha assunto forme sempre più strane e difficili da riconoscere.


D’altra parte, le immagini sono passate progressivamente sotto il controllo della pubblicità, che ha imparato a dirigerne il potere, a volte rendendole fredde e cattive. Eppure, il figurativo che esce dalla porta trova sempre modo di rientrare dalla finestra. E se quella del museo è serrata, allora se ne spalanca una virtuale. L’illustrazione contemporanea, che popola la rete oltre che gli spazi rigogliosi e poveri dell’editoria indipendente (anche noi amiamo i bohémien), trova il modo di farci fare pace con le immagini.


Gli account che abbiamo selezionato per voi crediamo ben rappresentino il variegato mondo dell’illustrazione contemporanea, a volte sperimentale, altre invece simile a quella del libro delle favole che però, chissà come mai, ci terrorizzava.


Bon voyage!



Intervista a Alessandro Bettini - @b.a_____b.a

Alessandro Bettini - Digilamb


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Da un po’ di tempo a questa parte non ho delle reference ricorrenti, si tratta più di cosa mi capita sotto gli occhi girando su internet, cosa incontro che mi piaccia abbastanza da farmi provare nuovi stili o strategie. Quanto ad autori che hanno avuto forte influenza su di me, sicuramente Tsutomu Nihei, Kentaro Miura, il mio professore del liceo Daniele Masini, e il mio amico Jan. Al di fuori del mondo delle arti figurative, la musica di Kristin Hayter (Lingua Ignota) e quella di Dan Barret mi hanno aiutato spesso a tirare fuori qualcosa in più dai miei disegni.



Qual è il momento in cui disegni?


Ultimamente quando mi stanco di fare qualcos’altro e ho bisogno di un po’ di tempo per me, altrimenti in generale quando mi viene un’idea ho bisogno di fissarla su carta il prima possibile.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Urbino è la città in cui ho studiato negli ultimi anni, ma non posso dire che abbia avuto una particolare influenza sui miei disegni: di solito disegno da solo e al chiuso. Anni fa seguii un corso estivo di fumetto manga sperduto nelle colline toscane. Quel posto è dove ho conosciuto dei carissimi amici e dove passavo con loro quasi ogni ora del giorno a disegnare, sicuramente uno spazio importante per me.



Biografia:


Mi chiamo Alessandro, mi piace disegnare, non lo faccio spesso quanto vorrei, ma ci sto lavorando. Nei miei lavori utilizzo quasi sempre pennarelli 0.1 neri, ho lavorato per molto tempo sul mio tratto e chiaroscuro, ma ultimamente ho molta voglia di cambiare, anche se ancora non so bene in che direzione. Per quanto riguarda i contenuti: nei miei disegni vorrei esprimere un’interiorità, una visione personale, mantenendola il più sottile possibile, codificata sotto quanti più strati del mio immaginario io riesca a far convivere in una scena. Questa non è una regola o un obiettivo che mi pongo attivamente, ma più una realtà delle cose che osservo nel mio processo creativo.



Intervista a Alessia Tzimas - @alessia_tzimas

Alessia Tzimas - Senzanome


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Sin dall’età acerba ho iniziato a dipingere, inizialmente creavo alfabeti, segni, elementi dalla difficile lettura, influenzati sicuramente da un enorme quantità di libri sull’arte parietale che mio nonno con cura mi mostrava, invitandomi a creare storie guardando le immagini.

Le mie reference artistiche sono cambiate molto negli anni.

Sono passata dal cubismo, all’arte surrealista, allo studio delle sculture, all’osservare la pittura di Γιαννης Τσαρουχης (Giannīs Tsarouchīs) che introdusse nella sue opere l’iconografia Bizantina ed altri elementi della tradizione visiva Greca.

Ad oggi la mia ricerca di riferimenti prende sicuramente spunto dall’Art Brut e dal Dadaismo.



Qual è il momento in cui disegni?


Non ho un cronoprogramma specifico giornaliero. Attualmente vivo a Bologna ma per lavoro mi sposto spesso e di conseguenza disegno spesso in treno nelle ore mattutine, di pomeriggio, di sera. Se potessi scegliere preferirei produrre di notte in quanto il silenzio della città concilia tanto la mia concentrazione.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Domanda difficile. Ogni luogo che ho incontrato o nel quale ho vissuto mi ha dato nel bene o nel male tanto, troppo. Più che un luogo specifico ciò che ha influenzato la mia produzione sono le atmosfere vissute. Mi ha affascinato tanto Urbino, per le sue distese di monti, in successione con trasparenze differenti, per la sua aria felice ma spesso lugubre. Da isolana vedere la nebbia ed abitarla è stato veramente affascinante. Alla stessa stregua il silenzio e l’estensione smarginata del mare incontaminato delle isole Greche, dove ho vissuto fino alla mia adolescenza, lo è stato altrettanto.



Biografia:


Spesso mi viene chiesto di spiegare o di dare un significato ai disegni che faccio, per me è un’ardua impresa se non impossibile. Mi piace l’idea di creare immagini che siano input per far riflettere, immaginare, divagare, dove ogni persona può dare la propria interpretazione.

Ho sempre disegnato. Inizialmente lo facevo senza comprendere il motivo di questa azione, dei gesti, della scelta di colore o composizione. In un secondo momento ho capito che questo linguaggio mi aiutava a combattere la noia, la routine della quotidianità.

Mi sono imbattuta con il bisogno di creare immaginari diversi da quelli che vedo o vivo giornalmente, mescolando scenari, archivi fotografici ed elementi che osservo dando vita ad un altro mondo, fatto di colori, oggetti, animali fantastici, esseri antropomorfizzati.

Mi chiedo spesso perché tendiamo a pensare che ciò che vediamo è l’unica cosa che esiste?




Intervista a Cry Me - @cry_me011

Cry Me - Lacrime


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Per i miei lavori cerco di prendere spunto un po’ da tutto quello che mi capita di vedere, con un atteggiamento il più possibile aperto ad accogliere ogni nuovo stimolo dall’esterno. Anche se attingo da differenti ambiti artistici, l’immaginario a cui faccio più riferimento quando disegno è però quello legato alla cultura di strada e popolare, delle classi subalterne, l’estetica trap e il cinema di genere.



Qual è il momento in cui disegni?


Non ho un momento specifico in cui mi metto a disegnare. Direi quando riesco, specialmente il pomeriggio o la sera, o quando ho un’idea estemporanea, per la quale sento l’esigenza di vederla realizzata graficamente su carta il prima possibile.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Sicuramente una città fondamentale per me è Torino, in cui sono nato e ho vissuto gran parte della mia vita. Torino mi ha formato personalmente e politicamente, in particolare la mia esperienza di militanza all’interno del centro sociale Askatasuna è stata centrale per definire la mia lettura della contemporaneità e delle sue contraddizioni. Un’altra città che ha avuto un forte impatto su di me è Bologna, dove mi sono trasferito da due anni. In questa città sento di essere cresciuto molto sul piano più tecnico e professionale, grazie al suo panorama artistico molto vivo e stimolante è stato più semplice prendere sul serio la mia volontà di disegnare e provare a far diventare la mia passione qualcosa di più.



Biografia


Sono nato nel novembre del 1995 a Torino, qui ho vissuto e studiato, laureandomi in Scienze Internazionali nel 2018. A 24 anni ho iniziato a disegnare da autodidatta, un po' per colmare il vuoto lasciato dalla fine della triennale, un po' per combattere la noia di un lavoro che non mi piaceva, da lì in poi non ho più smesso, riscoprendo una passione sopita dentro di me. Per me il disegno è prima di tutto un piacere e un divertimento, che, come tutto, ha un intrinseco valore politico. Con la mia arte voglio restituire ai fruitori quel piacere “fine a se stesso”, riuscendo trattare anche tematiche di critica sociale nella maniera più “swag” possibile, evitando di risultare didascalico o criptico.

Da due anni vivo a Bologna, dove studio fumetto e illustrazione e mi muovo nel mondo delle autoproduzioni.




Intervista a EdoMassa - @edomassa

EdoMassa - Senzanome

Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Solitamente cerco di vedere tutto e guardare solo una parte. non soffermarmi troppo su qualcosa o qualcunə, così che posso rubare tutto senza accorgermene e avere pulita la coscienza.

Fraintendere un'immagine o un messaggio mi permette di fare una mia riflessione personale.

Riguardando quello che faccio vedo che sono ricomparsi più volte Robert Crumb, Silvia Ziche, il Dr.Pira, la filmografia di Paul Thomas Anderson e in cuffia Samuele Bersani.

Attingo, fraintendo, disegno...



Qual è il momento in cui disegni?


Regolarmi sul lavoro è una lotta quotidiana, mi tengo libere 8/10 ore al giorno in cui seduto a un tavolo (solitamente non più di 2 ore sono davvero prolifico...)



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Il lago di Como mi rasserena: l'orizzonte del lago e subito la montagna che sale.

Ogni luogo in cui ci sono dei livelli e dell'acqua.



Biografia


Ciao! Sono EdoMassa e mi occupo di illustrazione, fumetto e scribing per il teatro.

Attualmente collaboro per @the passenger e seguo la tournée di @michelamurgia.




Intervista a Giulia Conoscenti - @giulia_conoscenti_

Giulia Conoscenti - Senzanome


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Tutto quello che mi affascina allo stesso tempo mi deve respingere per esserne rapita! Rimango incantata da tutto ciò che è fantastico e contemporaneamente grottesco…tipo la vita insomma ;)! Di sicuro il primo ad avermi “rapita” e influenzata è stato Henri Rousseau, ricordo ancora quando a 5 anni rimasi imbambolata, al Museo d'Orsay, davanti a L’incantatrice di serpenti, misteriosa e inquietante, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso nonostante ne fossi terrorizzata. Stessa cosa vale per i film, Mulholland Drive di David Lynch per esempio, o Suspiria di Dario Argento che è una vera e propria favola horror con un’estetica visiva potentissima e disorientante, La Piscina di Jacques Deray che mette in scena praticamente tutte l’emozioni umane e le lascia ristagnare nell’acqua col cloro. Per quanto riguarda la moda sicuramente Mary Quant che mette in atto una vera e propria rivoluzione, o BIKI che fa la storia con le sue camicie da notte trasparenti come abiti da sera, Des Phemmes che gioca tra tensioni e contrasti. Ecco forse in definitiva quello che m’ispira è la presenza di contrasti forti e profondi. Quando ascolto musica invece non disegno, ballo, quasi sempre ad occhi chiusi!


Qual è il momento in cui disegni?


La mattina mi sveglio molto presto, bevo una caffettiera da sei solo io, fumo, mi posiziono sul tavolo da lavoro e guardo molto: cose vecchie, nuove, cose che non c’entrano nulla con l’illustrazione, faccio tanta ricerca, per provare a non rimanere incastrata nel mio solito immaginario, di conoscere cose che ieri non sapevo.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


La città che forse ha più influenzato ed ispirato il mio lavoro (ma anche la mia persona) è la città in cui sono nata, Palermo, piena appunto di contrasti, di elementi architettonici che per nessun motivo dovrebbero trovarsi uno accanto all’altro, di odori diversissimi tra loro che vengono da lontano: dal mare morbido e accogliente quando vuole e pericoloso e violento quando ha bisogno di urlare.



Biografia


Giulia Conoscenti, classe ’91, nasce a Palermo e vive circondata dal mare e dal sole fino a quando si trasferisce al nord e conosce la nebbia. Si laurea in Design del prodotto alla Facoltà di Architettura di Palermo e in Illustrazione per l’editoria all’ISIA di Urbino. Collabora con diversi marchi, come Gucci, Barilla, Zuegg, Rolling Stone, Interni, Primark, Zanotta. Pubblica libri (“La distanza dei pesci”, “13 storie dal cielo”, “In una notte di tempesta”), realizza video musicali, spot pubblicitari, carta da parati. Insegna all’accademia di Belle arti di Siracusa Made program. Vittima della noia cambia spesso tecnica, utilizzando qualsiasi cosa lasci un segno sul foglio, dagli acrilici ai pennarelli, alle matite fino all’olio da cucina e al caffè.




Intervista a Micro Tenko - @micro_tenko

Micro Tenko - Don't do it


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Non ho mai avuto delle reference visive precise, diciamo che non mi sono quasi mai soffermato molto sul modo in cui capita l’ispirazione; per una cosa o per l’altra quando arriva l’accolgo senza fare troppe domande, per paura che se ne vada sul più bello.

Di sicuro so dirvi che la musica mi ha sempre accompagnato nel processo creativo.

Il muro di suoni mi aggancia alla sedia ma allo stesso tempo mi concede spazio, ecco.



Qual è il momento in cui disegni?


Principalmente tutto il giorno; al momento lavoro in un ufficio dove mi occupo di design della tematizzazione per parchi a tema e playground in Europa. Poi una volta a casa continuo con i miei progetti personali.

Se devo essere onesto spesso diventa pesante e ho bisogno di pause per ricaricare le batterie. Ricerco sempre quella sensazione quasi ipnotica del flow da lavoro. Quei momenti nella quale tre ore slittano veloci e silenziose, ecco, in quegli attimi non esisto e mi sento felice.



Come gestisci la tua routine?


Sono decisamente caotico di natura, ma in contrasto ho una routine abbastanza costante.

Mi serve per mantenermi saldo al terreno e non scivolare su me stesso.

Per i miei progetti personali invece cerco di essere il più pulito possibile, provo a non pressarmi troppo e capita che metta in pausa dei lavori anche per più di un mese, in attesa dell’idea giusta.

È più una terapia che altro.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Difficilmente mi ancoro ad una città o ad una specifica atmosfera.

Per me è la luce, la luce posata sulle cose fa davvero tutto.


Biografia


Ciao sono Mirko aka Micro Tenko, sono un illustratore ed animatore con sede a Milano.

Non ho una definizione per quello che faccio o come lo faccio, so solo che mi piacciono le cose tonde e formose :)




Intervista a Martina Sarritzu - @marrrtinatzu

Martina Sarritzu - Babyliss


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ispirazione? Non soltanto nell’ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Mi piace illustrare immagini "luminose", ricordi visivi limpidi che provengono dalla mia infanzia e adolescenza.

Così per la moda: ripesco quei trend che erano un po' uno status symbol negli anni '90/2000: Fornarina, Onyx, Diddl, Phard... Ho sofferto tantissimo perché non avevo una famiglia che sosteneva questa rincorsa modaiola e ora mi fa molto ridere quanto fosse importante per me presentarmi a scuola con le marche "giuste". Spesso poi non riuscivo a ottenere il prodotto originale ma quello tarocco, il che era ancora più sconfortante. In generale disegno ciò che mi diverte, come queste memorie acerbe, e tutto ciò che è grottesco dell'essere umano.

Lavoro molto anche con foto fatte da me: ogni giorno immortalo dettagli col cellulare, in particolare oggetti e persone, che poi archivio e riprendo nelle mie illustrazioni.

Al cinema e alla fotografia rubo i tagli. Uno dei film che mi ha colpita di più ultimamente per la fotografia è Maeve di Pat Murphy.

Per ogni lavoro cerco una fotografa, un fotografo o un regista che mi sembra possa essere illuminante: quando disegno le adolescenti ad esempio prima guardo le immagini di Rineke Dijkstra.



Qual è il momento in cui disegni?


Prendo il via di sera. Solitamente alla partenza di un lavoro grosso vivo una giornata di angoscia, anche se mi riprometto sempre di iniziare a disegnare dal mattino: penso e mi documento fino a tardi, poi verso fine pomeriggio mi rendo conto che devo muovermi. Sto cercando dei trucchi per evitare questo rallentamento, ma mi è anche necessario perché inserisco nei disegni molti dettagli precisi e ci tengo alle inquadrature, prima di passare all'esecutivo, quindi ragiono su tutto quello che è fondamentale ci sia, se voglio che appaia estremamente comico oppure verosimile. Quando poi ingrano e inizio a divertirmi sono abbastanza spedita.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Sicuramente La Riviera Adriatica.

Io vengo da un paesino in provincia di Cesena a 10 minuti dal mare e mi sono resa conto durante gli anni di Accademia di quanto sia stato fondante per il mio immaginario viverci: ci sono tante cose peculiari che succedono e si vedono solo lì.

Non ci abito più da tanto, ma quando devo ambientare un fumetto o un'illustrazione il mio pensiero va quasi sempre a Rimini e dintorni: continuo a ripescare aneddoti dal mio mare, mi sembra inesauribile quello che può darmi a livello visivo e narrativo.



Biografia


Martina Sarritzu è nata a Cesena nel 1992. Nei suoi disegni e nel suo immaginario unisce gli studi in ambito sociale con quelli legati alla narrazione per immagini all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vacanze in scatola (Canicola Edizioni), illustrato da lei e scritto da Tuono Pettinato, ha vinto al TCBF 2020 il Premio Boscarato come Miglior Fumetto per Giovani Lettrici e Lettori. Nel 2021 prende parte ad A.M.A.R.E. (Canicola Edizioni), un’antologia a cinque voci femminili che esplora il tema dell’adolescenza e ha vinto il Gran Guinigi al Lucca Comics & Games come Miglior Storia Breve. Lo stesso anno pubblica Romeo con DE PRESS e Marina Godolina con Strane Dizioni.

È interessata al kitsch, al corpo umano, al desiderio, al tragicomico.




Intervista Ratematica - @ratematica

Ratematika - Martello in testa 2


Quali sono le tue principali reference e fonti d’ ispirazione? Non soltanto nell’ ambito delle arti visive ma anche del cinema, della musica, della moda..


Troppe.

Veramente troppe.

Sono un infottato di manga anime.

Chainsaw Man, buonanotte pun pun, il cane che guarda le stelle, dorohedoro,la stirpe della sirena. Tutti Tolazzi che sono oramai incastonati in testa. Uno dei miei referti alcalini più legato rocky joe. Unico fumetto che sono riuscito a far leggere anche mio padre.

Sono infottatissimo di cinema, specie grottesco. Alcuni miei registi preferiti sono Takashi Miike, Paul Thomas Anderson, Matteo Garrone: fondamentali per creare il mood. Di musica ascolto tanto emo, lo-fi elettronica generale, ma vengo da un background fatto di hardcore, frenchcore, hard dance e un poco di hardcore e rap.



Qual è il momento in cui disegni?


Ogni momento è buono. Però quando faccio i disegni che mi piacciono, quando mi dissocio totalmente dal circondario, vedo solo il foglio. Di notte disegno sempre meglio.



Una città o un’atmosfera che ha avuto un impatto forte su di te


Matera.

Il nome Ratematica viene da quel posto.

Matera=ratema

Nel cuore invece ho Brescia, soprattutto la provincia e l'aura assurda che si sente in paese.



Biografia


Ratematica nasce a Brescia il 28/8/98. Da bambino non disegnava mai, giusto qualche personaggio di Dragonball e basta. La sua maestra delle elementari voleva dargli un’insegnante di sostegno. Nel 2017 conosce il rappuso Maggio e entra a far parte del collettivo KLEN SHEET. Successivamente si trasferisce a Milano per non combinare niente come tutti quelli che si trasferiscono a Milano.










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